Il fegato del donatore può essere diviso in due parti, utilizzandole per il trapianto in due riceventi diversi (nella maggior parte dei casi un adulto e un bambino). Questa procedura, in assenza di un fegato intero sufficientemente piccolo, diventa addirittura necessaria nei riceventi di piccole dimensioni (ad es. i bambini, o in adulti < 55 kg): per questi riceventi si usa il lobo sinistro del fegato del donatore (che corrisponde al 25% circa della massa epatica). Il lobo destro viene utilizzato per un altro ricevente.
Anche se lo “split liver” è, per definizione, solo una porzione di fegato, la sua “quantità” risulta ampiamente sufficiente per entrambi i riceventi.
Il ricorso alla tecnica SPLIT (possibile solo con organi perfettamente normali e da individui giovani) è oggi indispensabile per far fronte alla sempre maggior richiesta di trapianti, soprattutto in riceventi di costituzione particolarmente piccola o di gruppo sanguigno con lungo tempo d’attesa previsto in lista (gruppo 0 in particolare).
Il 18/5/1993 è stato portato a termine il primo trapianto di fegato a Torino con la tecnica dello SPLIT LlVER. Da allora, il 4,7% dei trapianti nel nostro centro è stato eseguito con tecnica SPLIT (155, per la maggior parte pediatrici, su 3292 trapianti) con risultati esattamente uguali a quelli ottenuti con organi interi.