RELAZIONE 25/06/2021
Cari colleghi, amici e volontari, questa è una relazione diversa da quella che tradizionalmente discutiamo insieme ogni anno e che dovrebbe avere nell’o.d.g. il rendiconto di attività, iniziative e gestione dell’associazione con l’obiettivo di individuare punti di forza ed ottimizzare il nostro impegno in funzione della missione definita nello Statuto. Purtroppo sarà diversa per una ragione ormai conosciuta a tutti. Il COVID ha compromesso il nostro programma annuale, costruito intorno all’organizzazione a Napoli del XXXI Congresso Nazionale dell’AITF ed ai festeggiamenti per i vent’anni della nostra delegazione regionale e per il venticinquesimo anniversario del primo trapianto di fegato in Campania. Evento che aveva già da tempo mobilitato le nostre energie per offrire a tutta la nostra comunità la migliore accoglienza nella nostra meravigliosa città. Già tutto era in itinere e ci siamo ritrovati “distanziati e con le mascherine”. Ci resta il rammarico di un evento che aveva sollecitato l’orgoglio e la passione di tanti di noi. Ma, come sempre, non ci siamo scoraggiati, e, con rinnovato impegno, abbiamo riproposto la nostra candidatura al Direttivo Nazionale e, con ancor maggiore entusiasmo, siamo pronti a dar lustro alla nostra associazione con l’organizzazione di una iniziativa che è solo rimandata.
La pandemia ha lasciato un segno profondo non solo nella nostra attività ma, soprattutto, nella nostra memoria, fatto di lutti, sofferenze, disagi psicologici e materiali che hanno colpito le nostre comunità e che hanno fortemente inciso anche sulla nostra attività di volontari, attori di “prima fila” a contatto con le strutture ospedaliere. A tale proposito il mio pensiero in questo momento non può che andare al ricordo della nostra Paola che, dopo aver combattuto con grande dignità la battaglia per la vita, è partita per il suo viaggio verso l’eternità.
Dopo questo doveroso saluto passo alla rendicontazione delle attività che, seppure in modo informale, abbiamo realizzato in quest’anno.
Innanzitutto c’è stata l’attività di volontariato ospedaliero che abbiamo portato avanti per lo più in modalità “smart-working”. Non è comunque mancata la nostra presenza presso il “Cardarelli”, in particolare, nei primi mesi dell’anno e per offrire supposto logistico al personale medico ed ospedaliero impegnato in “prima fila” nel contrasto alla dilagante epidemia che ha costretto il dipartimento della trapiantologia di fegato a cedere anche spazi vitali per altre emergenze. Colgo qui l’occasione per inviare un sincero ed affettuoso ringraziamento ai nostri amici – medici ed infermieri – che rientrano con grande dignità nell’esercito dei “nuovi eroi della salute nazionale”. La nostra collaborazione declinata in diverse forme, materiali ed immateriali (come le sottoscrizioni di fondi e le iniziative a difesa del reparto e dei diritti dei trapiantati), è stata apprezzata anche dai vertici della nostra azienda ospedaliera.
Ancor più delicata, è stata l’iniziativa nel settore della divulgazione del valore della donazione d’organi dove abbiamo sofferto, al pari delle altre associazioni, l’impossibilità di organizzare incontri ” in presenza” che normalmente assembravano centinaia di ospiti e convenuti. Ma ciò non ha scoraggiato la nostra attività “a distanza” che si è espressa attraverso la partecipazione a webinar tematici con esperti medici, sociologi e psicologi per dare il nostro contributo come testimoni privilegiati. Inoltre, dove possibile, siamo stati anche presenti sugli organi di stampa per evidenziare le conseguenze indirette dell’epidemia sui nostri pazienti.
Aggiungo, infine, e colgo l’occasione per ringraziarli, le attività pubblicistiche e personali dei componenti questo Direttivo ed associati che, a titolo personale, non hanno smesso di approfittare del particolare clima di socializzazione che si è registrato durante il lockdown per spiegare il senso etico e morale del “dono” ed il suo alto valore sociale. In tal modo abbiamo dato il nostro contributo a limitare la modesta riduzione delle donazioni in Campania, registrando, in particolare, in alcuni comuni dove la nostra collaborazione con l’ANCI è stata più proficua, addirittura degli incrementi nell’ordine del 10/15%. Buon segno che ci impegna a riprendere con rinnovato entusiasmo e maggiore determinazione la nostra missione e la nostra iniziativa.
Certo, questo bilancio della nostra attività relativa ad un anno che definire terribile è il minimo, dal punto di vista quantitativo è poco più che simbolico ma, cari amici, se lo leggiamo in trasparenza, anche un solo gesto o una semplice telefonata che ha permesso il trasferimento di un paziente da una città all’altra salvandogli la vita, assume un valore strategico immenso perché racchiude l’orgoglio, la dedizione e la passione di un gruppo nel cui DNA è inscritto, a chiare lettere, il sentimento della solidarietà. Sentimento che a mio e, permettetemi, a nostro parere, è l’unico che può dare risposte alla società contemporanea che, come ha evidenziato in modo drammatico l’epidemia del Covid 19, soffre di vecchi e nuovi squilibri economici e sociali che si trasformano sempre più in nuove forme di emarginazione e povertà di larghi stati della popolazione. Noi proviamo, nel nostro piccolo, a contribuire alla costruzione di una nuova etica condivisa, che parte dalla salvaguardia della salute di tutti, a prescindere da qualsiasi settorializzazione artificiale della società.
Grazie a tutti.